Please enable JS

Carlotta la vita presa a... Bocconi

Carlotta la vita presa a... Bocconi

Cercavo una frase spesa da una griffe dello sport da accostare a Carlotta Comelli. Mi sono imbattuto subito in quella giusta. Ora io non sono certo l'autore di Cenerentola, né la definizione può essere considerata una scarpetta di cristallo. Però…
“La forza mentale distingue i campioni dai quasi campioni”. Zac! Folgorato. La frase giusta. Vediamo un po’… chi l’ha detta questa nozione elementare (nella semplicità, ricordate, c’è la verità) applicata allo sport?
Bingo! Parole e musica sono di Rafael Nadal. E lo spartito, Carlotta Comelli, 18 anni (che bell’età!), lo conosce bene. Il suo strumento è a corda, produce un suono a volte melodioso a volte…
Per Carlotta il momento è di quelli da incorniciare.
La frase di Rafa le calza davvero a pennello, come nella favola famosa. I maestri della Max Tennis Time dicono che i suoi margini di miglioramento sono notevoli, lei risponde con la voglia di sempre. E spiega che il suo segreto è quello - non senza fatica - di accoppiare il successo extrasportivo a quello sul campo. Come si fa, Carlotta?
Lei risponderebbe “coltivando i sogni e non mollando mai”.
Non rimane che chiederle di raccontarci la sua favola, quella che ha scritto finora, che tante pagine bianche sono ancora lì, tutte da completare.
“Io e il tennis - mi scrive Carlotta - non potevamo che incontrarci. Abito a due passi dal circolo tennis Bologna, cioè a due passi dai Giardini margherita. E le racchette hanno sempre fatto parte dell’arredo di casa, perché tutta la mia famiglia prima di me si è dedicata al tennis, a breve ma anche a lungo termine”.
A far scattare la voglia di giocare nella piccola Carlotta, facile che sia capitato anche a voi, è stato lo spirito di emulazione che, nei fratelli più piccoli, scatta osservando i più grandi.
“Veder giocare mia sorella maggiore, sì, ha rappresentato l’attimo in cui mi sono detta, voglio giocare a tennis. Così ho cominciato a 6 anni. E se oggi, dopo 12 anni, ho ancora la stessa passione allora devo ringraziare anche lei che mi ha fatto incominciare”.
Cosa c’entra tuttavia la frase di Nadal con Carlotta? Presto detto. La sua crescita - di classifica e di risultati, graduale e costante - è stata direttamente proporzionale al successo che ha conseguito nella vita, dunque nella sua occupazione extrasportiva, vale a dire lo studio.
Pensate sia pura retorica? Ok, allora vi basti sapere che Carlotta è stata ammessa a frequentare i corsi universitari alla Bocconi.
Ha le idee chiare la ragazza. Conosciamola meglio.
Come tennista prima di tutto. Segni particolari?
“Un rovescio più che discreto - dice - lo eseguo tecnicamente bene e lo sento quindi come un solido punto di forza. Mi permette di trovare belle conclusioni”.
Ma quello che conta di più è che Carlotta si è conquistata esercitandosi e quindi faticando questa sua qualità.
“E’ vero, c’è voluto tempo e allenamento, una volta era tutto il contrario. La “conquista” di questo colpo mi ha permesso di crescere in tenacia, non mi dò mai per vinta, anche quando mi trovo in difficoltà nel punteggio”.
E, aggiungiamo noi, le consente di lavorare sui punti deboli sapendo che, con ostinazione, si vince.
“I miei punti deboli? Il servizio, è il colpo che mi dà maggiori preoccupazioni. Poi devo migliorare nell’atteggiamento in campo. Qualche volta mi faccio prendere dall’isteria, come ogni donna che si rispetti”.
Come ogni tennista che si rispetti, direi, cara Carlotta, senza preclusioni sessiste…
Tocca naturalmente alla Max Tennis Time limare le asperità e consentire a Carlotta di crescere ancora.
“E’ da un anno e mezzo che lavoro con questa equipe - scrive Carlotta - cioè proprio da quando è nata. E’ stata una scelta naturale, dettata dalla necessità di seguire il mio maestro Massimiliano Trevisan con cui mi alleno da sempre. Sono contenta di aver fatto questa scelta, mi sento seguita con attenzione, sento su di me la fiducia che nutrono per me, in me come nei compagni con cui mi alleno”.
Tornando al saper coniugare stuio e sport… quanto è stato importante, per te, allenare la mente e non solo il corpo?
“Posso dire che sapevo benissimo che scegliendo il liceo Galvani, stavo per affrontare una prova molto impegnativa. Ma non ho mai voluto rinunciare al tennis, come ho detto ai miei genitori, perché mai avrei potuto immaginare un pomeriggio in cui arrivo a casa e mi metto subito a studiare senza il mio allenamento quotidiano. Certo è stato un sacrificio, studiare le notti e cercare sempre ci conciliare tutto… Il segreto? Bisogna avere una grande determinazione e ricordarsi sempre i proprio obiettivi. Tante volte ho pensato di mollare, ma devo dire che essere arrivata fino a qui senza cedere né sulla scuola né sul tennis mi rende davvero felice. E mi rendo conto di come ne valesse la pena. Il tennis mi ha insegnato tanto e mi ha anche aiutata nella scuola. Può sembrare assurdo ma quando avevo buoni risultati a scuola, giocavo anche meglio a tennis. Credo quindi che la combinazione di questi due impegni mi abbia resa più responsabile e organizzata”.
Non rimane dunque che chiedere a Carlotta dei sogni nel cassetto…
“Entrare tra le dieci più forti tennisti nel mondo - risponde - il sogno di una bambina. Non rinuncio allo studio, ma ancora adesso chiudo gli occhi e mi immagino mentre entro in campo a Wimbledon… Il mio idolo? Roger Federer, risposta banalissima, chi non lo ammira? Ma è inevitabile. Tra le donne, dico Ana Ivanovic sia per come gioca sia per la sua grande determinazione”.
Aspettando Carlotta Comelli mentre fa il suo ingresso in un erboso campo… londinese, intanto si goda il successo nelle “qualificazioni" alla Bocconi che fa parte del Grande Slam delle sedi universitarie.
“Ah certo, sono contentissima - chiosa - se dovessi fare un paragone tennistico… diciamo che è stato come entrare nelle prime cento. Con la consapevolezza che ho ancora tanta strada da fare”.